Traumi distorsivi di caviglia

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Traumatologia sportivaTraumi distorsivi di caviglia

La volgare storta della caviglia è determinata dal movimento di inversione dell’articolazione tibio-tarsica. Il legamento maggiormente interessato è il peroneo-astragalico-anteriore (PAA), seguito, con minor frequenza, dal peroneo calcaneare (PC), mentre il peroneo-astragalico-posteriore (PAP) è solo raramente interessato. Il coinvolgimento di quest’ultimo, infatti, avviene solo nel momento in cui prevale fortemente la componente di adduzione del piede.

Sostanzialmente, di fronte al  medico o al fisioterapista o al preparatore atletico, possono presentarsi due differenti quadri: il primo rappresentato da una caviglia che ha appena subito un trauma distorsivo di entità variabile e che dev’essere trattata conservativamente; il secondo costituito da una caviglia che ha subito più traumi distorsivi e che ha esitato in una instabilità cronica.

Dopo aver escluso radiograficamente fratture o distacchi ossei, è indispensabile programmare, dopo parziale risoluzione dell’ematoma (dopo quindi circa 48 ore dall’evento traumatico) un Esame Ecografico o, meglio, una RMN. Nelle lesioni di grado lieve è sufficiente una breve astensione dal carico, generalmente compresa tra 2 e 7 giorni, mentre dalle lesioni di grado intermedio in poi è consigliabile, contestualmente all’astensione dal carico, l’adozione di un tutore tipo “air cast”, per un periodo di tempo variabile in funzione dell’entità del danno legamentoso stesso, in modo tale da favorire i processi biologici di riparazione legamentosa. Nel caso di lesione totale o sub-totale del PAA, è possibile notare, già entro pochi minuti dall’evento traumatico, un’ecchimosi  imputabile alla rottura di  vasi arteriosi e venosi. In questo caso è consigliabile effettuare un bendaggio compressivo con ossido di zinco da mantenersi per 3-5 giorni.

Il protocollo riabilitativo è incentrato sulla risoluzione della tumefazione in primis, poi rinforzo della muscolatura intrinseca ed estrinseca e dei legamenti del piede e di tutti i muscoli stabilizzatori del compartimento esterno della caviglia.

Se, al contrario, l’approccio è di tipo chirurgico, attraverso la ricostruzione capsulo legamentosa, occorrerà osservare un periodo di immobilizzazione post-operatoria.