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Aggiornamenti e informazioni a cura del Dr. Giuseppe Volpe

I diversi tipi di ematomi

I diversi tipi di ematomi

Un ematoma è per definizione una lesione di tipo traumatico, generalmente causata da un corpo di forma larga e smussata, che senza provocare lacerazioni a livello dell’epidermide, causa una compressione dei tessuti molli sottostanti. A fronte di tale meccanismo traumatico, il sangue può infiltrarsi nei tessuti sottostanti e dar luogo, in tal modo, ad un’ecchimosi, o raccogliersi in preesistenti cavità del tessuto connettivo interstiziale, in tal caso si parlerà di suggellazioni, oppure diffondersi nel tessuto cellulare lasso, dando luogo al fenomeno della suffusione, od ancora formare una raccolta sia a livello tissutale, che in un organo, in questo ultimo caso si tratterà di ematoma propriamente detto (Klein, 1990; O’Donoghe, 1984). Clinicamente i traumi contusivi sono classificabili in tre diversi gradi, dei quali il primo è caratterizzato dalla presenza di ecchimosi, il secondo dalla presenza di ematomi, mentre il terzo è contraddistinto da necrosi cutanea che esiterà nella formazione di una piaga con possibile presenza di febbre accompagnata, nei casi di maggior gravità, da shock. Tuttavia, un ematoma muscolare può essere causato, oltre che da un trauma contusivo diretto, anche da una rottura delle fibre muscolari stesse (Hutson, 1996; Klein, 1990; Williams, 1980). In entrambi i meccanismi lesivi descritti, trauma diretto o lacerazione indiretta delle fibre muscolari, si verifica un danno strutturale a carico sia del tessuto connettivale, che di quello vascolare, che si associa alla formazione dell’ematoma stesso (Bird e coll., 1997; Hutson, 1996). In ambito sportivo questi tipi di trauma sono maggiormente frequenti negli sport di contatto come il rugby, il calcio o la lotta (Rothwell, 1982) ed i distretti muscolari che fanno registrare la maggior frequenza d’insorgenza sono rappresentati dal bicipite brachiale e dal quadricipite femorale (Gray, 1977; Hutson, 1996; Williams, 1980).

Esistono sostanzialmente due possibili tipi di ematomi muscolari: l’ematoma intramuscolare e quello intermuscolare.

L’ematoma intramuscolare è caratterizzato dall’integrità strutturale della fascia connettivale che riveste il muscolo stesso e che, di conseguenza, confina lo stravaso ematico all’interno del ventre muscolare interessato dal trauma (Bird e coll., 1997). Questa situazione provoca un aumento della pressione intramuscolare ed una conseguente compressione del letto capillare che contrasta il sanguinamento, mentre i conseguenti segni clinici e la sintomatologia rimangono localizzati al sito di lesione. Dal momento che la presenza di sangue può produrre un aumento del gradiente osmotico, il gonfiore può persistere, od aumentare, anche oltre le 48 ore successive all’evento traumatico (Peterson e Reström, 2001). Questo cambiamento del gradiente osmotico causa infatti un passaggio del liquido interstiziale attraverso la fascia muscolare allo scopo di riequilibrare il gradiente osmotico stesso; ovviamente questo comporta un ulteriore aumento del gonfiore del ventre muscolare lesionato sino ai limiti di estensibilità della fascia muscolare o del muscolo stesso (Norris, 2000; Reström, 2003). La principale sintomatologia collegata all’insorgenza di un ematoma intramuscolare è costituita da dolore soprattutto durante le prime 72 ore dall’insorgenza traumatica, diminuzione della contrattilità, decremento della funzionalità e dell’estensibilità muscolare, può inoltre comparire, nel giro di alcuni giorni, una zona livida (Klein, 1990).
In linea generale, in un muscolo contratto la contusione che provoca la lesione viene assorbita più superficialmente rispetto a quanto non avvenga in un muscolo rilassato, situazione nella quale il danno strutturale, ed il conseguente ematoma, si verificano generalmente in una zona adiacente alla struttura ossea,. Ciò è da imputarsi al fatto che la pressione dell’impatto viene trasmessa attraverso gli stati muscolari, sino a che il ventre muscolare non viene compresso contro la superficie ossea stessa. ( Crisco e coll., 1996; Garret, 1996; Garret e coll., 1987).

Nell’ematoma intermuscolare, al contrario, la fascia muscolare si presenta lesionata permettendo in tal modo allo stravaso ematico di fluire tra muscoli e fascia. Questo causa la formazione di una più o meno vasta zona livida e di gonfiore connessi all’entità del trauma (Peterson e Reström, 2001). Il cambiamento della colorazione dell’epidermide in corrispondenza dell’area di lesione ed il gonfiore sono in genere evidenti nel giro di poche ore dal trauma (Klein, 1990). Al contrario di quanto non avvenga nel già citato caso di ematoma intramuscolare, l’insorgenza di un ematoma intermuscolare provoca una sintomatologia algica limitata alle sole prime 24 ore post-traumatiche (Klein, 1990; Reström, 2003).

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